Fecondazione assistita gratuita: Umi, come la Regione, dice “no”

Lorenzo Colombo 21 Settembre 2014

Attualità

Tag:

fecondazioneMILANO – UMI- Unione Medici Italiani approva la decisione della Regione Lombardia di non offrire gratuitamente, previo pagamento del ticket, la fecondazione assistita eterologa alle coppie che ne fanno richiesta, ma di lasciarla a carico degli assistiti. E lo fa non certo per motivi ideologici o religiosi, ma esclusivamente di politica ed economia sanitaria.

Uno dei problemi, infatti, della spesa sanitaria in Italia è che le Regioni spesso autorizzano prestazioni a carico del SSN anche quando non previste dallo Stato come LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) che sono le uniche prestazioni erogabili gratuitamente con ticket ed eventuali esenzioni. L’erogazione fuori LEA è un grave errore perché si consumano risorse per prestazioni non dovute e come tali non calcolate nel Fondo Sanitario Nazionale.

In altri termini, le prestazioni erogabili con il SSN sono definite dallo Stato e sulla base di queste sono calcolate le risorse che lo Stato versa alle Regioni. Sono possibili variazioni ed adeguamenti, ma questi devono essere approvati dal Governo (dopo un lungo iter procedurale che valuti l’essenzialità delle prestazioni in rapporto con la disponibilità dei mezzi) ed entrare a far parte dei LEA, con i conseguenti aggiustamenti delle risorse alle Regioni per garantire la corretta copertura delle nuove prestazioni.

Le prestazioni per la fecondazione assistita eterologa non sono attualmente dei LEA e il Governo, al momento, non ha ancora deciso di inserirle in questa lista, anche se sono intercorse sentenze della Magistratura. “Ritengo improbabile – afferma il Presidente UMI, dottor Francesco Falsetti – che il Governo incrementi il Fondo Sanitario Nazionale per coprire le nuove spese della fecondazione eterologa, anche in considerazione che il Presidente del Consiglio vorrebbe tagliare la spesa sanitaria onde reperire risorse per il lavoro”.

Per queste ragioni UMI ritiene corretto il comportamento della Regione Lombardia, mentre considera sbagliato (forse anche illegittimo) quello di altre Regioni, che hanno deciso di autorizzare gratuitamente con ticket le prestazioni legate alla fecondazione assistita eterologa. Alcune di queste Regioni sono inserite nei Piani di Rientro per sanare i loro debiti con il SSN e hanno dovuto per questo motivo aumentare le tasse regionali a carico di tutti i cittadini.

“A parte le tasse – prosegue Falsetti – il problema è che la parte delle risorse del SSN che ogni Regione dispone, Lombardia compresa, sono scarse e servono prioritariamente per garantire ai cittadini le prestazioni essenziali previste dai LEA. Spendere per prestazioni in più, fuori LEA , anche se importanti come può essere, per molte coppie, la fecondazione eterologa, significa togliere mezzi finanziari per le cure di altre malattie essenziali. E’ il solito problema della coperta corta”.

UMI ritiene giusto quindi renderne possibile l’erogazione ai richiedenti, ma altrettanto corretto lasciare agli stessi gli oneri della spesa in attesa di futuri sviluppi, si auspica positivi, dell’organizzazione del SSN che permettano agli italiani e ai lombardi di godere di un’estensione dei livelli assistenziali, che al momento non sono privi di carenze ed insufficienze anche in altri settori importanti.

Comprendendo la legittima esigenza delle coppie sterili, UMI si farà carico di richiedere al Ministro competente l’inserimento della fecondazione assistita eterologa nei LEA.