Canzo

Canzo. 55^ Fera di Usei, il mondo animalista si mobilita

Lorenzo Colombo 23 Agosto 2016

Attualità, Canzo

uccelli_gabbiaCANZO – Le associazioni animaliste comasche e lecchesi Animals Asia Italia Onlus, C.I.V.E Aima Sezione Como, Enpa Merate, Freccia 45, Lida Sezione Como, Lipu Sezione Como, Oipa Delegazione Lecco, Proparco Nostri Amici Animali Onlus, S.A.L.T.O. , Zampamica 2010 ONLUS ed alcuni Volontari Freelance hanno organizzato per il 28 Agosto, dalle 9 alle 17, un presidio informativo a Canzo al Palazzetto dello sport “Centro Green Six”, piazza Giovanni XXIII (zona via Rimembranze) contro la “55° Fera di Usei”, rassegna di caccia, animali da cortile, dimostrazione di chioccolo, tiro con carabina, falchi e falconieri, mostra di cani da caccia, prova di cani da ferma su quaglie, mostra trofei ungulati.

“Alla fiera di Canzo gli animali sono chiusi in gabbia, mostrati e venduti come merce: è un lucroso evento commerciale e turistico che riveste anche una notevole rilevanza politica, ma non si occupa affatto del benessere animale – sbottano gli organizzatori del presidio – Le fiere e le sagre degli uccelli spacciano la prigionia forzata per amore verso la natura e appaiono come manifestazioni a carattere ambientale dove poter avvicinarsi agli animali: questo errore nasce da una pubblicità deviante lanciata dalle associazioni organizzatrici e da quelle venatorie. L’aggravante di queste fiere è che diventano un alibi per fare della didattica: mostrare a bambini una gran varietà di uccelli. L’esibizione di animali in cattività è profondamente diseducativa, perché viene interiorizzata e ritenuta legittima l’idea della sopraffazione dell’uomo su altri esseri viventi indifesi. Il rispetto e la protezione degli animali liberi è invece il fondamento per attuare rapporti di armonia e di pace anche tra esseri umani. Andare in un bosco o in un’oasi faunistica a osservare il volo degli uccelli, ascoltare le loro melodie, avvicinarsi a loro in modo discreto e delicato: questo è il vero insegnamento da dare”.

Quindi proseguono: “Chi organizza questa fiera non riesce a comprendere la sofferenza di un uccello chiuso in gabbia, un essere che, nell’immaginario collettivo umano, è proprio uno dei simboli di libertà per eccellenza. Bisogna fare in modo che manifestazioni come questa fiera scompaiano e diventino una memoria che ci ricordi con vergogna come abbiamo abusato delle nostre capacità per sottomettere i più deboli. C’è bisogno di una società in cui la natura animale e vegetale venga rispettata e la prevaricazione condannata. Il nostro sarà un presidio pacifico e partecipiamo per la seconda volta davanti agli addetti ai lavori e ai sostenitori di questa realtà, che di certo non vedranno di buon occhio la nostra presenza. Potrebbero pertanto non mancare battute e provocazioni, che respingeremo al mittente con la sola forza delle nostre argomentazioni, perché l’unico vero motivo che ci porta a manifestare è il desiderio di mettere in luce la sofferenza degli animali. Preghiamo tutti i partecipanti di non rispondere in alcun modo alle provocazioni e a manifestare pacificamente”.